Il confronto. Quando la tecnologia migliora la qualità della vita di ipo e non vedenti: è questo in sintesi l’argomento di cui si è parlato Venerdì pomeriggio, 13 Dicembre 2019, nella sala maggiore della Camera di Commercio a Trieste, nel corso del momento di confronto organizzato dalla sezione regionale di AEIT, ossia Associazione Italiana di Elettrotecnica, Informatica e Telecomunicazioni, che quest’anno ha compiuto il centenario, dall’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, con la collaborazione con l’Università di Trieste. «Tra gli eventi del centenario – ha spiegato Fulvio Sbroiavacca, presidente della sezione regionale di AEIT – abbiamo voluto dedicarne uno specifico a quelle che sono le tecnologie a supporto della disabilità, in questo caso visiva, come appunto il dispositivo LETIsmart».
Ma cos’è nel dettaglio LETIsmart? Realizzato, come progetto etico, dalla muggesana Scen, «Lo strumento – ha spiegato Marino Attini, esperto di elettronica e presidente della sezione di Trieste dell’Unione Italiana dei Ciechi, che lo ha progettato – rappresenta una soluzione per agevolare i non vedenti nell’autonomia personale urbana». Si tratta in pratica di due dispositivi che si vanno ad integrare nel bastone bianco senza inficiarne ergonomia e peso e rendendolo non solo luminoso, e quindi fortemente visibile, ma anche parlante: «Viene data – ha proseguito Attini – la possibilità a ipovedenti e non vedenti, di ricevere vocalmente tutte quelle informazioni che non hanno la fortuna di poter leggere. Il tutto – conclude il presidente della sezione di Trieste dell’Unione Italiana dei Ciechi -, avviene attraverso una rete di piccoli radiofari posizionati sui mezzi pubblici, nel pulsante di chiamata dei semafori sonori, all’ingresso dei negozi e in altri ambiti diversi che comunicano col bastone fornendo informazioni vocali».
Il Piccolo di Trieste del 15.12.2019 di Luigi Putignano